La dieta dissociata è un modello alimentare interessante, con aspetti positivi e negativi.
La si può adottare per brevi periodi, a seconda delle proprie esigenze e caratteristiche.
Molte persone che intendono dimagrire adottano una dieta dissociata: carboidrati a pranzo e proteine a cena, sull’esempio di attrici come Catherine Zeta-Jones, Elizabeth Hurley e Helen Mirren.
Questo regime alimentare è stato ideato dal Dr. W. H. Hay (1866 – 1940) nei primi anni del secolo scorso, a scopo curativo. Numerosi altri studiosi, tra cui il Dr. H. Shelton (1895-1985), si sono ispirati ad esso, apportando delle modifiche ai criteri di base e prescrivendo la corretta associazione dei vari alimenti.
L’aspetto essenziale della dieta dissociata consiste nella separazione dei carboidrati dalle proteine nel medesimo pasto; entrambi devono essere preceduti da verdure crude. La dieta deve essere costituita per la maggior parte da frutta e verdura.
Questo regime alimentare tiene conto delle ottimali condizioni di reazione degli enzimi digestivi per i differenti alimenti assunti e tiene conto del tratto dell’apparato digerente in cui viene effettuata la digestione di ciascuno di essi.
Effettivamente, l’apparato digerente non può produrre contemporaneamente le condizioni necessarie per il processo digestivo dei carboidrati e delle proteine.
La digestione delle proteine avviene nello stomaco e richiede un ambiente acido per avvenire correttamente, mentre all’opposto, la digestione dei carboidrati richiede un ambiente alcalino e inizia parzialmente nella bocca grazie all’enzima ptialina, contenuto nella saliva, per poi completarsi nell’intestino tenue.
Se, dunque, nello stesso pasto sono presenti grandi quantità di carboidrati e di proteine, si viene a creare un ambiente da una parte troppo acido per la digestione dei carboidrati e dall’altra parte troppo poco acido per la completa digestione del le proteine.
Va considerato inoltre che i grassi ostacolano la digestione delle proteine, mentre favoriscono quella dei carboidrati.
Infine i carboidrati semplici, o zuccheri, vengono digeriti ed assorbiti molto rapidamente.
Dolci e frutta zuccherina andrebbero quindi consumati da soli e lontano dai pasti, per non stazionare nell’apparato digerente in coda agli altri alimenti, andando così incontro a fermentazione.
Assumere nello stesso pasto alimenti che non sono compatibili tra loro porta al rallentamento dei processi digestivi, con ristagno del cibo e conseguenti difficoltà gastriche ed intestinali, quali fermentazione e putrefazione.
La digestione incompleta inoltre porta alla produzione di tossine, cioè all’autointossicazione dell’organismo che, se frequente e ripetuta negli anni, può essere causa di patologie.
La dieta dissociata, nella quale si osservano combinazioni alimentari opportune dal punto di vista della chimica della digestione, sembrerebbe dunque il migliore regime alimentare, adatto a tutti!
Ma è proprio così?
Non bisogna dimenticare che la dieta dissociata è stata ideata da Hay a scopo curativo, per eliminare le tossine e rinnovare le energie, non per il dimagrimento.
Le combinazioni alimentari
SÌ: | NO: | |
carboidrati + verdure | carboidrati + acidi | |
carboidrati + carboidrati | proteine + acidi | |
carboidrati + grassi | grassi + acidi | |
carboidrati + proteine vegetali | carboidrati + proteine animali | |
proteine vegetali + grassi | grassi + proteine animali | |
proteine + verdure | zuccheri semplici + proteine | |
proteine: dello stesso tipo | zuccheri semplici + acidi | |
frutta: da sola | zuccheri semplici + carboidrati |
Seguire la dissociazione e le combinazioni alimentari può risultare utile per un periodo più o meno lungo, dopo aver valuto il biotipo della persona e le sue particolari esigenze.
Occorre, infatti, considerare due aspetti alternativi ugualmente interessanti al processo digestivo: digerire rapidamente porta ad assorbire meno i nutrienti, ma riduce fermentazione e putrefazione, mentre la digestione lenta consente una maggiore assimilazione dei nutrienti.
La dissociazione di carboidrati e proteine favorisce la facilità e la velocità della digestione, mentre la loro associazione privilegia la maggiore assimilazione.
Entrambi i metodi vanno a discapito o a favore di uno di questi due aspetti.
Ogni persona dovrà impostare un’alimentazione idonea al proprio fisico, conseguentemente all’attività svolta e al suo metabolismo.
I soggetti molto attivi oppure facilmente stancabili, magri e longilinei, con una naturale tendenza alla demineralizzazione o in una condizione di blocco del metabolismo potrebbero ritrovarsi indeboliti da una dieta dissociata rigida, protratta oltre i due mesi.
Questa, al contrario, potrebbe essere adatta per i soggetti sedentari o brevilinei e massicci, con molta energia vitale, ma che tendono all’autointossicazione per un’alimentazione abbondante nella quantità e scadente per la qualità.
Sono indubbiamente validi alcuni aspetti della dieta dissociata: aumentare il consumo di frutta e verdura, distribuire l’assunzione calorica in almeno tre pasti principali e non esagerare con grassi e condimenti.
Le combinazioni alimentari vanno considerate come un riferimento, senza sottostare ad esse rigidamente.
Lo stesso Shelton scriveva: “Soprattutto non diventate maniaci a questo riguardo. Mangiate il vostro pasto e dimenticatelo. Lasciate mangiare i vostri amici e non tenete loro una conferenza di dietetica a tavola. … Servitevene semplicemente come modelli.”
Bibliografia:
Pennisi L. Nutrizione in naturopatia. 2 a ed., Tecniche Nuove, Milano, 2008.
Mérien D. Le compatibilità alimentari. Michele Manca Editore, Genova, 1983.
Walb L. L’alimentazione dissociata di Hay. NOI-Verlag, Klagenfurt (Austria), 1983.
Shelton H.M. Le combinazioni alimentari, fattore di salute. Michele Manca Editore, Genova